Il veleggio nel canale davanti Zlatni rat a Bol; il windsurfing dal monte Vid; la caccia nelle zone superiori dell'isola; le escursioni alpine nella Grotta del Dragone e nel deserto glagolitico Blaca; le passeggiate da Splitska alle cave antiche di Skrip, lungo gli uliveti conservati magnificamente; il veleggio da una all'altra insenatura; la possibilità di andare a fare il bagno nelle bellissime spiagge sia quelle rocciose sia quelle di sabbia; le vacanze negli appartamenti e nelle case di riposo, il sicuro ancorare in una delle insenature profonde (Milna, Bobovisca, Pucisca); scattare delle foto dei fenomeni carsici in tutte le parti dell'isola; rilassandosi in una delle trattorie familiari o quelle pastorali all'interno dell'isola godendo di tranquillità e di diversi prodotti come il famoso formaggio di Brac, la carne d'agnello, il pesce, l'acquavite o i vini locali come il famoso Plavac - tutto questo rimane nella nostra memoria come un'immagine incancellabile portata da questa isola molto speciale, l'isola di Brac.
A differenza delle altre isole adriatiche che sembrano come accette conficcate dentro il mare, l'isola di Brac è caratterizzata da una fauna e da una flora molto ricca e dai passaggi delle diverse stagioni molto particolari.
Tutta l'isola dovrebbe essere proclamata parco naturale e storico-culturale, soprattutto la parte meridionale, quella che collega, il monte Vid, la spiaggia Zlatni rat con il deserto Blaca, creando così un paesaggio unico. Questa zona unisce tutte e tre le funzioni produttive dell'isola di Brac cioè quella della pesca, quella pastorale e in fine quella della agricoltura; inoltre offre molti luoghi per godere la solitudine e la quiete e altri per svolgere attività ricreative come danza, musica e sport.
Si crede che il suo nome, antico e illirico, proviene dal fatto che l'isola di Brac era conosciuta per le capre, a quel tempo animale rituale, allevate dagli abitanti locali. Secondo una tradizione antica Antenor, l'eroe troiano (il leggendario fondatore di Padova e dell'isola di Korcula) dopo la caduta di Troia, arrivò dalla grecia Ambracia all'isola di Brac. Insieme a lui venne il pastore Brah, l'agricoltore Silen e il marinaio Elaf.
La vita è stata basata sull'allevamento del bestiame, sulla viticoltura e sull'industria della pesca e delle olive. Alla fine del XVIII secolo, l'isola conteneva più di 500.000 ettari di ulivi e alla fine del XIX più di 12.000 ettari di vigneti. Però le malattie della vite, filossera e pernespera, che ammalarono i vigneti dalmatici e la prima guerra mondiale hanno costretto gli Brazzani a lasciare la loro isola e a immigrare in Australia e negli Stati Uniti d'America.
Nel primo rinascimento sono state riaperte le antiche cave di pietra vicino a Pucisca dove venivano formate tutte le dinastie degli scalpellini dal periodo rinascimentale e barocco fino ad oggi.
In queste cave di pietre accanto a Juraj Dalmatinac, Nikola Firentinac e Andrija Alesi ci scalpellavano decine di altri scalpellini. Questa pietra valente ha reso possibile eccellenti costruzioni che hanno arricchito il periodo romanico, il rinascimento e il barocco, ma anche il XIX secolo, un periodo molto vigoroso per i Brazzani. Questo secolo era caratterizzato da tendenze, realizzate meglio proprio su quest'isola, di abbellire l'architettura degli edifici con muratura anche nelle abitazioni più modeste.
Nel XX secolo il marmo curzolano è stato usato per costruzioni prestigiose come il parlamento di Budapest, quello traurino per il Reichstag di Berlino, e la pietra brazzana è stata utilizzata all'interno della Casa Bianca a Washington.
Oggi l'isola di Brac- sta cercando di farsi strada e il suo sviluppo è orientato per lo più sul turismo grazie anche al contributo dell'isola intera con il suo paesaggio pieno di varietà e ai suoi abitanti, possibilmente un popolo più costruttivo, più diligente e più economo. Grazie a tutto questo, l'isola è diventata una zona unica, storico-culurale e naturale.
Vi invitiamo a conoscere insieme a noi il fascino di quell'isola unica, con la sua natura intatta e la ricca eredità culturale e storica.